Sci sport pericoloso? La risposta è no, se guardiamo le statistiche. In Italia si registrano due incidenti ogni 1000 giornate di sci e vanno sfatati i luoghi comuni sulla pericolosità dello sci, dalla pista killer all’enfasi con cui si evidenziano gli scontri tra sciatori. Per avere un confronto basti pensare che in Italia i decessi per incidenti in ambito domestico (un ambiente considerato sicuro per definizione) sono ogni anno più di 5000, mentre nello sci e snowboard qualche decina, compresi i sepolti da valanga e gli infartuati, a fronte di circa 2 milioni e mezzo di praticanti e 20 milioni di giornate sci . Allo sci va attribuito il 5,7 % del totale degli accessi al pronto soccorso per incidente sportivo, a fronte per esempio del 46 % di calcio/calcetto o del 7,8% del basket. E in ogni caso solo una minoranza degli incidenti sulla neve possono essere classificati come gravi.
LE TIPOLOGIE DI TRAUMI – Per la gran parte nello sci si tratta soprattutto di distorsioni (32%) contusioni (26%) fratture ( 12%) ferite ( 7%) , lussazioni ( 6%) e altro (17%). Nello snowbaord il primo posto invece spetta alle contusioni (32%) seguite dalle fratture (24%). Certo alcuni tragici incidenti sulle piste, soprattutto quando capitano nei periodi più caldi delle vacanze sulla neve, fanno molto notizia e impressionano l’opinione pubblica.
ITALIA PRIMA IN SICUREZZA – E in ogni caso, anche una sola disgrazia mortale è di troppo. Per cui la sicurezza va sempre messa al primo posto. L’Italia in questo campo non è seconda a nessuno e l’opera di prevenzione raggiunge standard superiori rispetto ad altri Paesi. Siamo gli unici al mondo ad avere una legge nazionale sullo sci (dal 2003) che tra l’altro impone l’uso obbligatorio del casco per i minori di 14 anni (solo in Austria in alcune province il casco è obbligatorio fino a 15 anni) . Ma da noi questa norma che riguarda bambini e ragazzi ha fortemente contribuito a sensibilizzare anche gli adulti, al punto che in molte stazioni si arriva anche oltre il 60% di utilizzo da parte degli sciatori e snowbordisti, con una percentuale media nazionale quantificata nel 45%, e con un incremento che va fino al 14% in più nel 2011 rispetto alla stagione precedente. Insomma il casco piace agli italiani e secondo un recente studio dell’Università di Innsbruck riduce la probabilità di riportare un trauma cranico del 35% negli adulti e del 59% nei bambini.
IL TIPO DI INCIDENTI – I dati che riportiamo sono tratti dal Sistema Simon (sorveglianza epidemiologica degli incidenti in montagna) frutto dell’attività di ricerca che l’Istituto Superiore di Sanità conduce da anni in collaborazione con 24hAssistence e con il Centro addestramento alpino della Polizia di Stato. Il sistema Simon si avvale dei dati sui soccorsi registrati dalla polizia in 64 stazioni sciistiche delle Alpi e degli Appennini, che rappresenta un campione molto rappresentativo. Marco Giustini, epidemiologo dell’Iss, responsabile del sistema Simon, con una vasta esperienza nel settore e autore di molte pubblicazioni in proposito, sfata i luoghi comuni che la maggior parte degli incidenti sia dovuto a scontri e che gli snowboarder siano particolarmente pericolosi: «La maggior parte degli incidenti ( 73%) avviene per caduta accidentale dovuta a perdita di controllo degli attrezzi , mentre gli scontri sono il 14% sul totale degli eventi. Inoltre uno sciatore ha molta più probabilità di essere colpito da un altro sciatore (85%) che non da uno snowboarder ( 15% ) visto ovviamente che gli sciatori sono molti di più . Circa un infortunio su 5 interessa gli snowboarder, ma i dati ci dicono anche che uno snowboarder ha il doppio di probabilità di essere urtato da un altro snowboarder».
SOCCORSO ALPINO – Il soccorso sulle piste in Italia è ben organizzato ed efficace. Gli agenti del Centro addestramento alpino di Moena svolgono servizio di Soccorso e sicurezza in montagna in circa 50 tra le più importanti stazioni sciistiche alpine ed appenniniche. Assicurano il mantenimento dell’ordine sulle piste da sci e lavorano sulle piste intervenendo in caso di incidente per soccorrere gli infortunati. Anche i Carabinieri sciatori intervengono in caso di infortuni prestando le prime cure al ferito ed accompagnarlo o trasportarlo al posto di pronto soccorso. Il soccorso piste e anche svolto dal personale debitamente addestrato della Guardia di Finanza, del Corpo forestale dello Stato, della Croce Rossa Italiana , degli Alpini e dei volontari della FISPS (Federazione Italiana Sicurezza Piste Sci). Accede anche che nelle maggiori stazioni sciistiche i vari soggetti istituzionali dediti al soccorso si dividano le zone di sorveglianza e di intervento sulle piste perché il servizio risulti ancor più capillare ed efficace.
(Articolo tratto da „Il Corriere della Sera“)